Yoga parola magica, pag. 50
Il termine yoga è uno dei più versatili del sanscrito; deriva dalla radice verbale yuj, che significa imbrigliare, aggiogare, ma possiede una vasta gamma di significati che vanno dai più conosciuti di unione, congiunzione, regola, mezzo (quindi metodo), ai meno conosciuti: preparare, equipaggiare, allacciare, squadra, costellazione, arte magica, sforzo, devozione.
Quando viene inteso come processo di separazione allora perde il suo significato di “congiungimento” e “unione” per coincidere con quello di “aggiogamento” (attraverso il quale avviene un distacco, o controllo, sensoriale).
Nel periodo vedico per yoga s’intendeva “controllo della mente e dei sensi” e quindi il termine yoga non sarà tradotto come unione ma come separazione.
Nella Bhagavadgītā, Kṛṣṇa invita Arjuna a credere in lui, ad affidarsi al divino, all’unione, quindi il termine yoga sarà tradotto, come in tutta la tradizione tantrica, come unione.
Yoga, respiro della coscienza, pag. 27
Una tale visione avrà come risultato quello di concepire lo yoga come un vero e proprio respiro della coscienza, in cui potremo passare dal ritiro dal mondo sensoriale (yoga del distacco, visione dualista) a un incontro e connessione con l’intera realtà, anche fenomenica (yoga dell’unione, visione monista).
La Kaṭha Upaniṣad, nel definire lo yoga, sembra già racchiudere, in sintesi, i concetti di unione e distacco.